IL TISA (Trade Services Agreement, Accordo
Sugli Scambi Di Servizi) del 19 giugno 2014
Il 19 giugno Wikileaks ha reso pubblica la bozza segreta dell’allegato sui servizi finanziari del TISA, Accordo sugli scambi di servizi.
Dalla stesura dell’ISDS (Investor State Dispute Settlement) ovvero di un Accordo in materia di dispute tra privato e stati, e del TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) – vedi gli articoli sotto –, il Capitale globale continua a marciare seguendo questi stessi termini e obbiettivi operativi:. massima segretezza per tenere segreto ai Parlamenti sovrani i termini degli accordi; e deregolamentazione del mercato con conseguente cancellazione dei vincoli e limiti che, altrimenti, salvaguardano i diritti dei cittadini.
Di seguito allego il testo comparso sul sito di Wikileaks che spiega succintamente che cos’è il TISA.
Today, WikiLeaks released the secret draft text for the Trade in Services Agreement (TISA) Financial Services Annex, which covers 50 countries and 68.2%1 of world trade in services. The US and the EU are the main proponents of the agreement, and the authors of most joint changes, which also covers cross-border data flow. In a significant anti-transparency manoeuvre by the parties, the draft has been classified to keep it secret not just during the negotiations but for five years after the TISA enters into force.
Despite the failures in financial regulation evident during the 2007-2008 Global Financial Crisis and calls for improvement of relevant regulatory structures2, proponents of TISA aim to further deregulate global financial services markets. The draft Financial Services Annex sets rules which would assist the expansion of financial multi-nationals – mainly headquartered in New York, London, Paris and Frankfurt – into other nations by preventing regulatory barriers. The leaked draft also shows that the US is particularly keen on boosting cross-border data flow, which would allow uninhibited exchange of personal and financial data.
Secret Trade in Services Agreement (TISA) – Financial Services Annex
2014-06-19 https://wikileaks.org/tisa-financial/ sul sito potrete trovare l’intero documento.
La caduta del muro di Berlino e il
capitalismo selvaggio
“Fino alla caduta del muro di Berlino, nel 1989, il pericolo del sorpasso comunista agiva da occulto calmieratore delle classi dirigenti perché la sofferenza e l’ingiustizia sociale potevano alimentare una canalizzazione politica del dissenso e dare vita ad un’alternativa di sistema” (Scarpinato-Lodato). E’ come se esistesse un altrove politico possibile, almeno ideologicamente in grado di incidere sulla elaborazione di un progetto politico alternativo. “La progressiva costruzione di uno stato sociale che ha garantito anche agli ultimi un portafoglio sociale costituito da una pluralità di diritti: il lavoro a tempo indeterminato, la sanità, la scuola, la pensione eccetera.
il pericolo rosso improntava anche i rapporti tra economia e politica. il grande capitale aveva bisogno della politica non solo per ottenere commesse, appalti pubblici e regolazioni di settore favorevoli, ma anche per svolgere un’importante funzione di mediazione sociale.
La fine del comunismo ha fatto venir meno questo calmieratore. L’impossibilità di un’alternativa e l’irrilevanza della classe operaia nell’economia post-industriale globalizzata hanno provato di sbocchi politici l’antagonismo sociale, disarticolandolo. il primo ad accorgersene è stato proprio il grande capitale che ha sempre meno bisogno della politica per realizzare i propri interessi.
Se nell’economia industriale il capitale era legato a un territorio, a una fabbrica e quindi era costretto a una mediazione affidata ai professionisti della politica, oggi quel capitale è libero da ogni vincolo territoriale”.
(Scarpinato, Il ritorno del principe)
L’ISDS
2 Marzo 2012: l’Italia ha firmato il Fiscal Compact con il quale è obbligata dall’UE a ridurre il debito pubblico del 60% entro 20 anni e a introdurre il pareggio del Bilancio nella sua Carta Costituzionale, tagliando ogni anno di 40-60 miliardi di euro la spesa sociale dello Stato destinata a garantire servizi e welfare ai cittadini. La trasformazione in legge costituzionale di questo diktat, ordinato dagli organismi trasnazionali europei, è cosa già fatta con la legge costituzionale n.1 del 20 aprile del 2012,promulgata dal governo di Mario Monti, che ha modificato gli articoli 81, 117, 119 della Costituzione. Queste decisioni di cambiare la Costituzione e di revocare una fetta di sovranità sono state prese senza consultare il popolo italiano, ma sono niente rispetto a quanto viene pianificato attualmente da Commissione Europea e Stati Uniti.
I negoziati su Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP), ovvero Accordo di Libero Scambio UE-USA, si sono aperti a Washington DC nel luglio 2013 con lo scopo di “abbattere ogni ostacolo al libero scambio in vari settori dell’economia, per facilitare la compra-vendita di beni e servizi tra l’Unione europea e gli Stati Uniti”. L’accordo è altresì designato a “guidare crescita e creare lavoro”, oltre a promuovere la ripresa economica comunitaria. Tuttavia, il trattato contiene anche un Investor State Dispute Settlement (ISDS), ovvero un Accordo in materia di dispute tra privato e stati, che si occupa di comporre le controversie tra lo Stato e le grandi multinazionali in base ad un meccanismo che permetterebbe ad un gruppo segreto di avvocati di revocare la volontà del parlamento distruggendo ogni nostra protezione legale.
E questo sta già accadendo in tante parti del mondo. In Argentina, durante la crisi, il governo aveva deciso di fissare il tetto delle tariffe di energia elettrica e acqua. In conseguenza a ciò le compagnie fornitrici hanno fatto causa costringendo il governo a pagare più di 1 miliardo di dollari di danni. Nel Salvador, dopo proteste in cui persero la vita 3 persone, il governo si è persuaso a revocare il permesso di costruire una miniera d’oro che avrebbe inquinato le falde acquifere. La ditta canadese della miniera ha chiesto al governo, per la perdita dei suoi “profitti futuri”, la cifra di 315 milioni di dollari. In Australia, il governo ha deciso recentemente che le sigarette dovessero esser vendute in pacchetti privi del marchio di produzione, contenenti le avvertenze d’uso su tutti i rischi per la salute. Ebbene, questa decisione, presa dal Parlamento e confermata dalla Corte Suprema australiana, è stata ricusata dalla Philip Morris che si è appellata ad un tribunale offshore per farsi indennizzare con una cifra astronomica per la perdita della sua “proprietà intellettuale”, in base ad un accordo che il governo australiano aveva precedentemente firmato con Hong Kong.
Queste compagnie adoperano lo stesso complesso di leggi che norma la disputa tra stato ed investitori contenuta nell’Accordo di Libero Scambio UE-USA: l’Accordo in materia di dispute tra privato e stati (ISDS). L’ISDS prevede che l’arbitrato si svolga in udienze segrete, che non ci sia possibilità di appello e che i giudici, in pieno conflitto di interessi, siano, contemporaneamente, avvocati di Corporazioni simili a quelle per le quali sono chiamati a giudicare. Esse hanno il potere di revocare e di scavalcare la sovranità dei parlamenti e le decisione prese dalla Corte suprema. Ecco quello che dice uno di questi giudici a proposito del suo lavoro: “Quando mi sveglio di notte e penso a questi arbitrati non smetto mai di meravigliarmi di come stati sovrani abbiano potuto accettarli. A tre individui privati viene dato il potere ed il compito di rivedere, senza restrizione alcuna o possibilità di appello, le azioni del governo, tutte le decisioni dei tribunali e tutte le leggi e le norme emanate dal Parlamento”. Come ha scritto anche Democracy Centre, questo è “un sistema di giustizia privatizzato ad opera di corporazioni globali”.
Anche se queste grandi corporazioni e queste multinazionali perdono qualche caso, questo sistema ha effetti devastanti per la legislatura. Come ha detto un ufficiale del governo canadese, commentando il North American Free Trade Agreement: “Negli ultimi cinque anni ho visto le lettere che gli Studi legali di New York e Washington DC hanno inviato al Governo canadese ogni volta che elaborava un regolamento ambientale relativo all’utilizzo di sostanze chimiche per i lavaggi a secco, all’uso di medicinali, pesticidi, o a leggi per i brevetti. Ebbene, quasi tutte queste nuove iniziative sono state prese di mira e la maggior parte di queste non sono mai diventate leggi”. Come scrive George Monbiot nel Guardian, “la democrazia è svuotata di significato e impossibile in queste circostanze”. Ciononostante, in Italia la Confindustria ha dichiarato di essere “favorevole all’avvio dei negoziati per l’accordo di libero scambio UE-US, e ritiene sostanzialmente condivisibile la bozza del mandato negoziale”. È già chiaro che sia gli USA che la Commissione europea auspicano che questo Accordo in materia di dispute tra privato e stati (ISDS) venga incluso nel trattato di Libero Scambio UE-USA. La stessa Commissione europea sostiene che “i tribunali locali potrebbero essere di parte o potrebbero mancare di indipendenza”. L’arroganza di questa frase, visto con che cosa vogliono sostituirli, è raccapricciante. Pertanto, se questo trattato venisse firmato, la nostra democrazia non esisterebbe più, almeno così come noi la conosciamo e l’Italia, ed altri Paesi della UE, cederanno ufficialmente la loro sovranità alle grandi multinazionali e alle corporazioni. Un sistema trasparente ed aperto verrà sostituito da uno corrotto chiuso ed infestato di conflitti di interesse, asservito alle grandi multinazionali a detrimento dei diritti dei popoli e del Pianeta.
DF
Per ulteriori informazioni visitate http://www.monbiot.com
This Transatlantic Trade Deal Is A Full-Frontal Assault On Democracy